La patria, questa sconosciuta.

C’è Berlusconi che dice:

"Credo che ci siano le condizioni storiche e politiche perché questo 25 aprile rappresenti un salto di qualità verso la definitiva pacificazione nazionale, non per cancellare la memoria, le ragioni e i torti, ma perché chi ha combattuto per la Patria sia considerato figlio di questa nazione"

Un qualunque politico di sinistra, meglio se fosse Veltroni, visto che ha iniziato lui la polemica, deve rispondere così:

"Caro Presidente Partigiano,
non considero chiunque abbia lottato per la Patria "figlio di questa nazione" perché questa nazione è una nazione non fascista, secondo costituzione, e proprio grazie a chi ha lottato per la Patria, certo, ma la Patria in quanto NAZIONE NON FASCISTA, non la patria la qualunquenon la patria fascista, non una nazione a regime dittatoriale: la Patria Italiana, quella retta da una costituzione democratica che permette il voto e la scelta di chi ci deve rappresentare e non solo, e che ci permette anche di opporsi a chi ci rappresenta, e pure di cambiare idea e voto senza finire al confino, o essere malmenati da loschi figuri armati di olio di ricino.
Questo si festeggia il 25 Aprile: la VITTORIA di chi ha voluto QUESTA nazione, con le sue leggi democratiche, e non una nazione che della democrazia non se ne faceva nulla.

NON si festeggia chi invece voleva una Patria di tutt’altro genere, e ha PERSO.
Se vuoi proprio pacificarla a tutti i costi, quindi, si deve essere d’accordo su cosa sia questa nazione, cioé la Nazione Italiana del 2008, che è ben altra cosa della nazione italiana del 1922, casomai te ne fossi dimenticato, con la Lega che ti confonde con la Padania e tutte le paternalistiche su Roma ladrona, e con tutti quegli sgherri nostalgici del duce che ti ritrovi a corte.
La Patria, e di conseguenza la nazione, non è solo un recinto dove ci mettono dentro esseri umani nati in quel recinto, e via, tutti zitti, c’è la nazione, c’è la patria. Ti sei confuso con Mediaset, mi sa…"

… ma tu guarda se deve dirgliele un anarchico ‘ste cose… o tempora o mores…

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