Figli di un dio minorato.

Scegliendo la filosofia dei "fatti, non parole", di non guardare nell’abisso della "storia dei termini", cioé del significato fisico dei concetti…

Scegliendo di disinteressarsi del senso sanguigno delle parole tipo democrazia, liberalismo, costituzione, lotta partigiana, comunismo italiano, socialismo europeo, il fascismo sansepolcrista, lotta sindacale, fascismo repubblichino, femminismo, totalitarismo, e via e via di seguito…

Scegliendo di ignorare, non riflettere su quello che questi termini hanno alle loro spalle, come lotte di secoli, sangue, lacrime, gioie e "la storia siamo noi, questo piatto di grano"…

Innalzando l’algida divinità fattuale sopra l’abisso della storia concettuale e sudata di sudore vero: quei furbacchiotti di berlusconiani con destracchiotti a seguito hanno ottenuto un effetto imprevedibile alle loro menti impoverite dall’esposizione ai raggi dell’individualità godereccia ruttante (raggi che poi vengono da loro stessi emessi, masturboegocentrici che non son altro).

Non cagando manco di striscio l’abisso, hanno ottenuto l’effetto di non essere cagati dall’abisso: se per caso fanno "fatti ben fatti", tipo le modifiche di Brunetta alla legislazione sui dipendenti statali, nessuno se ne accorge, o ne prende il dovuto atto (che è un parente stretto del fatto, l’atto) rimanendo il "fatto ben fatto" un qualcosa di troppo distante da noi semplici umani…

A furia di santificare il "Fatto, non parola!", l’azione concreta e ben eseguita è diventata qualcosa di ultraterreno, a cui ci si può avvicinare, ma mai fare del tutto.
Un decreto legge sensato, magari con le sue falle, ma mediamente un buon decreto, diventa un fatto qualunque tra i tanti, da osannare se serve ai propri scopi, o da criticare (se serve ai propri scopi), o più normalmente e massivamente da dimenticare in mezzo a tanti altri fatti qualunque.

Avete voluto la bicicletta di dio? Mo’ pedalate fin nell’alto dei cieli!
E se non c’è il sellino: zitti, parolai di merda!

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2 Responses to Figli di un dio minorato.

  1. soma says:

    … se non mi capiscono non posso farmene cruccio. Non ho scritto roba inconcepibile… se non si capisce, non si capisce il concetto in sé, aldilà di come è detto… e a quel punto non posso far altro che escogitare altre maniere per farlo passare.
    Ecogiterò!

  2. Gek says:

    Mi piace, tanto.
    Ma senza scendere a patti col sellino inculamorti: quanti pensi mi/ti/ci capiscano? Ne saprai ben donde di dialettica e occorre riuscire a farsi comprendere (a prescindere tu abbia la terza media o a prescindere dal fatto tu abbia 6 tv nazionali o no, deh, mica cazzi per altro). Fatti e non pugnette funziona (bugiardamente!). Come poter spiegare che minchia è, cosa è significato, cosa stà significando e cosa significherà il liberalismo e fica?
    Potere alla parola.

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