Le pause del cervello

In questo periodo di ferie, ho messo in pausa il cervello.

Subito si è aperta una luce verso altre pause cerebrali, tipo le finestre delle monadi.

Tutto racchiuso nel mio mondo di regole comunicative intersoggettivamente stabilite e intersoggettivamente accettate (che è un modo fico di dire "un mondo dove si rispettano le regole del discorso espressivo"), mi sono venuti a disturbare, insomma.

Quelli che per far quadrare un loro istinto, (tipo "ahò, gli zingari puzzano e stuprano le vecchie!" Tutti!"), cercano di inquadrarlo in una teoria, e non riuscendoci, spengono il ragionamento, come fosse la tivù.

Quelli che proprio non sanno che cosa sia una teoria (cioé un insieme di assunti dai quali trarre conclusioni tramite ragionamenti deduttivi, insomma, logici, via), quindi entrano in cortocircuito senza manco accorgersene, e pensano di aver dimostrato di aver ragione, mentre hanno dimostrato che sono solo un poco ignoranti, o poco intelligenti, anche se in effetti poi vanno fieri della loro ignoranza e poca intelligenza, a meno che qualcuno non gliela faccia notare, allora di colpo diventano gente che ha studiato, letto, fatto cose e visto gente.

Anche se fino a due secondi prima contava solo la pagnotta, dorata se possibile.

Infine la pausa più geniale di tutte: quella della memoria delle idee.

Non la memoria storica, che quella ha rotto i coglioni da mo’, a questa gente.

Quella delle idee, pure le più sozzamente comuni… l’archivio del senso comune, diciamo. Quell’archivio hanno proprio smesso di frequentarlo, e son tutti a bere caffé alla macchinetta.

Pensare che idee come il razzismo verso gli zingari siano rivoluzionarie, provocatorie, e sostenerle sia destabilizzante per l’opinione comuneè proprio da gente che ha messo la voglia di ragionare in quelle scatole dell’ikea che puoi mettere nello sgabuzzino, che rimane tutto in ordine.

Sveglia! Pure mi’ nonna, quanno che je rubavano in casa, diceva che erano passati gli zingari!

Che minchia di scompaginazione del senso comune è? È un odio secolare, mica un’idea anticonformista!

Rimane sempre più provocatorio offrire un intero quartiere, a questi zingari!

Cioé, giovani pischelletti de destra, vi batte pure quer filosofo de centro, come se chiama… sindaco di Venezia…

È più anticonformista quel parruccone di Cacciari di voi nazistelli imberbi!

Vergogna!

… mo’ torno in pausa… e non mi svegliate per simili cazzate! Tenete le vostre pause lontane dalla mia!

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3 Responses to Le pause del cervello

  1. Wild(me) says:

    in deserti … cvd, per l’appunto
    Addiuertiti

    Posticcio, devi avere toccato i colori dabbasso sicché talché acciocché si va un po’ a lume di candela per capire cosa scrivere nelle caselle sottostantemente accasellate giudiziariamente

    Tanto le dovevo, mi consenta, pardon

  2. soma says:

    In quale linguaggio?
    I ruttatori delle televendite non fanno testo essù!

  3. NonRicordoComefirmodisolito_j says:

    Non ha bisogno di essere elaborato perchè contiene in se’ gli elementi della dimostrazione; sei tu che non cogli, appunto

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